Portare l’ossigeno terapeutico a bordo degli aerei

Ossigeno in aereo

Il rapporto tra altitudine e concentrazione di ossigeno nel trasporto aereo.

Prima di analizzare lo specifico problema delle bombole di ossigeno, è bene fare una doverosa premessa; le cabine della maggior parte dei moderni aeromobili durante il volo è pressurizzata. E’ però importante sapere che la pressione interna non rimane costante durante la salita e il volo in crociera, ma tende a diminuire gradualmente rispetto a quella del mare. Il paziente quindi, ad una ipotetica quota di crociera di circa 35000 piedi, sarà soggetto a un’atmosfera paragonabile a quella che troverebbe sulla vetta di una montagna di oltre 2000 metri. Naturalmente sulla vetta di una montagna così alta anche la concentrazione di ossigeno diminuisce; a causa di questo meccanismo, pazienti che normalmente necessitano di piccole quantità di ossigeno, potrebbero richiedere sostanziali aumenti del flusso erogato durante il volo. Allo stesso modo, pazienti cardiopatici o affetti da patologie respiratorie che normalmente non necessitano dell’ossigenoterapia, potrebbero durante il volo richiederne comunque la somministrazione.

 

Pazienti in ossigenoterapia imbarcati su voli di linea

Le associazioni italiane dei pazienti affetti da BPCO (bronco pneumopatie croniche ostruttive) stimano in 65000 le persone che in Italia necessitano di ossigenoterapia domiciliare. Il numero è in continuo aumento, e sempre più spesso queste persone necessitano di spostarsi in aereo per curarsi in centri specializzati, o semplicemente per vacanza o per raggiungere parenti lontani.

Al momento di organizzare il viaggio si presenta quindi il solito dubbio: posso salire a bordo degli aerei di linea con la bombola di ossigeno terapeutico?

Purtroppo non esiste una risposta univoca, in quanto le politiche aziendali delle principali compagnie aeree di linea spesso non coincidono. Il motivo per cui una compagnia potrebbe non accettare a bordo i dispositivi e le bombole di erogazione di ossigeno dei passeggeri sono diversi e comunque riconducibili a norme di sicurezza. Basti pensare che qualsiasi bombola, grande o piccola che sia, comporta un minimo pericolo di esplosione.

Per poter essere imbarcate quindi, le bombole di ossigeno necessitano di una particolare certificazione che le abilita al trasporto aereo, e che non tutte possiedono. Inoltre c’è una sostanziale differenza tra l’imbarcare un erogatore di ossigeno come bagaglio a mano (quindi inutilizzato) e imbarcarlo invece per poter essere utilizzato dallo stesso paziente durante il volo.

Non bisogna poi dimenticare che l’ossigenoterapia identifica automaticamente il passeggero come un “paziente”, quindi affetto da una patologia se pur cronica. Per questo motivo sarà comunque indispensabile disporre di un certificato medico attestante l’assenza di controindicazioni al volo aereo. Il consiglio quindi, è sempre quello di contattare la compagnia aerea con un certo anticipo, in modo da avere tutto il tempo utile per fornire la documentazione richiesta.

Per aiutare tutti i passeggeri con questo particolare problema, ci viene incontro la ELF (European Lung Fondation) la quale ha interrogato singolarmente ogni compagnia aerea europea e non solo, creando un semplice database contenente tutte le politiche aziendali in materia di ossigeno a bordo. Il database è consultabile a questo link, e pur se in lingua inglese sembra ben fatto e facilmente consultabile.

 

Pazienti in ossigenoterapia a bordo di aeroambulanze ed eliambulanze

Tutte le complicanze appena descritte per il volo di linea, vengono meno nel caso di imbarchi a bordo di aeroambulanze ed eliambulanze.

Entrambe le tipologie di velivoli hanno infatti, oltre a tutte le altre apparecchiature elettromedicali, anche una dotazione consistente di ossigeno gassoso terapeutico, e naturalmente ogni tipo di maschera per la sua erogazione. Sarà quindi possibile somministrare elevati flussi di ossigeno anche per diverse ore, senza che il paziente risenta dell’elevata altitudine e la conseguente rarefazione delle concentrazioni di ossigeno.